White Riot dal Birrificio del Ducato

Birrificio del Ducato sorride alla bella stagione con la birra White Riot.

Il birrificio parmense il 17 aprile metterà in commercio l’edizione 2023 della White Riot, la Blanche agrumata perfetta per accompagnare la prossima estate, tra serate in spiaggia e pomeriggi al mare, ottima come aperitivo e ideale con molte proposte food.

‘Un’emozione che ogni anno si rinnova con la prima cotta…’ Parole del Mastro Birraio Danilo Troianiello.

In programma presso il Birrificio anche una serie di visite guidate per festeggiare il sedicesimo compleanno di attività e non solo

Si sentono note di musica punk dal Birrificio del Ducato, alle porte di Parma… Nessun concerto – almeno per ora –, ma è il ‘piacevole rumore’ della fermentazione della White Riot, la birra che prende il nome proprio dal brano del gruppo inglese The Clash che lo suonò alla fine degli Anni ’70.

Dissetante e leggera, White Riot, disponibile in edizione 2023 dal 17 aprile, è perfetta per dare il benvenuto alla stagione calda e per accompagnare tutta l’estate.

Fiore all’occhiello della produzione di Birrificio del Ducato, White Riot è una Blanche agli agrumi, semplice ma non scontata, frutto di un’attenta selezione delle materie prime e di un’altrettanta lavorazione.

In aggiunta al classico coriandolo, si percepiscono in modo equilibrato la polpa di pompelmo, scorze di arancia, limone, bergamotto e luppoli esotici; una birra intrigante che richiama i profumi e i sapori dell’estate e che, dopo ogni sorso, sprigiona progressivamente un amaro spiccato, delicato e avvolgente.

In sintesi la bevanda perfetta da avere a portata di mano nelle tante occasioni estive, dai pomeriggi in spiaggia alle serate al mare, dall’aperitivo in città alle passeggiate nel verde.

“White Riot si distingue per il suo carattere moderno: si lega alla tradizione delle Blanche per l’utilizzo del frumento tenero e del lievito Wit belga ma abbiamo voluto estremizzare la speziatura della solita blanche (che consiste nella sola buccia di arancia amara associata al coriandolo) giocando con diversi agrumi italiani”.

Spiega Danilo Troianiello, Mastro Birraio.“L’utilizzo di polpa di pompelmi (oltre 50 pompelmi per cotta), sbucciati e frullati a mano, l’aggiunta di bucce essiccate di arancia dolce, limone e bergamotto (30 kg in totale per ogni cotta) e le bucce fresche dei pompelmi, la rendono una birra fuori dai soliti canoni, capace di stupire già dal primo approccio olfattivo”.

Il carattere agrumato, la freschezza e il basso tenore alcolico (4% ABV) rendono la White Riot una ‘session beer’ in tutto e per tutto: una birra da bere pinta dopo pinta, per placare la sete estiva.

Un prodotto d’eccellenza, affinato durante gli anni, per raggiungere quell’equilibrio e quella bevibilità che regalano sempre un largo sorriso di soddisfazione quando si sorseggia dopo una giornata afosa.

Come tutte le birre di Birrificio del Ducato, anche la White Riot conserva la sua predisposizione gastronomica, pur essendo perfetta anche da sola per l’aperitivo.

La componente fresca, agrumata e speziata la rendono adeguata per i crudi di pesce, sushi, insalate estive, formaggi freschi, pasta e riso all’insalata e mozzarella, ottima pure con i fritti di verdure da food truck.

Un abbinamento consigliato e insolito è con l’impepata di cozze o con le ostriche crude. 

“Si attende sempre con ansia la prima cotta dell’anno della White Riot e con trepidazione si assaggia il risultato finale.

Questa birra segna il risveglio dei sensi, l’arrivo della primavera che avanza a lunghi passi” conclude Danilo Troianiello. 

Nonostante i molti anni di lavoro alle spalle, la White Riot e la sua prima cotta annuale, mi riempiono di emozione. Riempire l’hopback di bucce di agrumi, sentirne il profumo quando il mosto le bagna… quel profumo ha un posto tutto suo nella mia mente”.

Ma non finisce qui! Quest’anno, Birrificio del Ducato festeggia il suo sedicesimo compleanno di attività! ‘L’avventura’ è iniziata il 27 marzo del 2007, giorno della prima cotta di Viaemilia, la prima birra realizzata da Birrificio del Ducato.

Una storia importante fatta di lavoro, passione, soddisfazioni e riconoscimenti nazionali e internazionali, tali da posizionare la realtà brassicola come il birrificio italiano più premiato al mondo.

Proprio per far conoscere da vicino il successo dell’azienda parmense, il 23 aprile e il 13 maggio sono in programma, con prenotazione dal sito web, delle visite guidate.

 A fine tour ci sarà una degustazione guidata di 4 birre nello spaccio aziendale.

Gli orari, per entrambe le date, sono dalle 15:00 alle 16:30 e dalle 17:00 alle 18:30. Ulteriori date disponibili: 25 giugno, 8 luglio, 27 agosto.


Birrificio del Ducato

Nel 2007 a Roncole Verdi di Busseto (Pr), il paese natale di Giuseppe Verdi, si aprono le porte del Birrificio del Ducato.

Un’importante realtà che ha saputo valorizzare al meglio la lunga tradizione territoriale della provincia di Parma, tanto da classificarsi, nel giro di pochi anni, come il Birrificio italiano più premiato al mondo con oltre 100 riconoscimenti.

Notevoli risultati ottenuti grazie a una ricerca scrupolosa di materie prime, ‘ingredienti’ che si intrecciano a una lavorazione rispettosa che porta alla produzione di birre invitanti, equilibrate e piacevoli da bere, frutto anche di metodi all’avanguardia e di un sistema automatizzato.

In più, Birrificio del Ducato si avvale di un laboratorio interno che esegue analisi microbiologiche, chimiche e sensoriali, oltre alla decisione di non filtrare o pastorizzare le birre per preservare le caratteristiche organolettiche delle materie prime.

Premi e riconoscimenti – come la doppia vincita a Birrificio dell’Anno nel 2010 e nel 2011 – hanno incrementato la fama del Birrificio che, da sempre, ha l’obiettivo dell’alta qualità.

Forte del suo valore e dopo l’apertura della nuova sede a Soragna, nel 2016 la famiglia belga Moortgat acquisisce il 35% delle quote, nel 2018 il 70% e, nel 2020, il 100%.

Oggi, Birrificio del Ducato si collocata tra le realtà brassicole le cui birre risultano essere le più richieste dal mercato italiano, dal mercato internazionale e dai beerlovers.

Duvel Moortgat

Quella della famiglia Moortgat è una lunga storia, iniziata nel 1871 per mano di Jan-Leonard Moortgat e della moglie, quando crearono il loro birrificio a Puurs-Sint-Amands, in Belgio.

L’attività, successivamente, passò ai figli Albert e Victor che contribuirono in maniera consistente a produrre la birra oltre a darle il nome.

Dopo la Prima Guerra Mondiale, proprio Albert Moortgat produsse una birra seguendo l’amato ‘stile inglese’, chiamandola, per celebrare la fine del conflitto bellico, Victory Ale.

Si narra che assaggiando la birra, un amico di famiglia, abbia commentato: “Questa è un vero Diavolo (Duvel)”.

Un’affermazione forte ma avvincente, tanto da utilizzare dal 1923 il nome Duvel sulle etichette.

Oggi, con la quarta generazione della famiglia Moortgat al comando, le birre Duvel Moortgat sono riconosciute a livello internazionale come standard per le birre speciali rifermentate in bottiglia e sono sinonimo di qualità ed eccellenza, frutto di attente selezioni delle materie prime pure e dell’utilizzo dello stesso ceppo di lievito dal 1918.

Brasserie D’Achouffe

Nella suggestiva Valle delle Fate, in Belgio, verso la fine del 1970, i cognati Pierre Gobron e Chris Bauweraerts decisero di concretizzare la loro passione: produrre birra!

Così, dopo una piccola lavorazione avviata nel garage della suocera di Chris, nell’arco di pochi anni, il Birrificio D’Achouffe, ampliò i suoi spazi e, nel 1986, i due soci acquistarono la fattoria dove, da qualche tempo, producevano l’amata birra.

I consensi da parte dei consumatori crebbero a dismisura e in parallelo agli ettolitri di birra che, nel 1992, arrivarono a 5.000!

All’epoca la produzione comprendeva solo bottiglie da 75cl e fusti da 20 l; finalmente, nel 2009 apparvero anche le bottiglie da 33cl.

Ma… qual è il significato del nome Chouffe e degli gnomi che compaiono sulle etichette? Il termine ‘Chouffe’, come hanno sempre raccontato i due fondatori, non ha nessun senso.

È un termine un po’ storpiato e pronunciato per caso da un amico Chris mentre ingoiava un boccone di cibo!

L’idea degli gnomi, invece, nasce dal voler legare la produzione della birra non esclusivamente alle abbazie ma a un qualcosa di magico, una ricetta trovata in un libro di incantesimi o il frutto di divertenti avventure.

Così Chris, dopo aver visto un acquarello nel quale era raffigurato uno gnomo che osservava una fattoria, nascosto tra ciuffi d’erba d’alta, pensò che il simpatico personaggio, assieme ad altri amici, potesse essere il testimonial adatto per le birre.

Maredsous Abbaye Abdij

Fondata nel 1872 nella Valle della Molignée (Belgio) dai monaci benedettini, l’Abbazia Maredsous, oltre a essere un rilevante centro storico-artistico, è un importante punto di riferimento per la gastronomia del territorio e per la tradizione brassicola.

Infatti, questa dimora benedettina porta il nome della rinomata linea di birre Maredsous Abbey Ales.

Una tradizione che ben si coniuga alle moderne tecnologie di lavorazione, un connubio perfetto che dà vita a birre dai sapori fruttati e caramellati, con gradazione alcolica che oscilla dai 6% ai 10% in base alla tipologia.

 

 

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