Il lievito non è soltanto l’ingrediente fondamentale per la birra, oltre che per pane, pizza e dolci, ma può essere all’origine di una cura per prevenire anche il cancro… ma servono fondi!
Spiega a La Repubblica Nicoletta Guaragnella, la ricercatrice che guida un team di scienziati riuniti nell’istituto di biomembrane, bioenergetica e biotecnologie molecolari del Cnr, dipartimento di Scienze biomediche di Bari: La nostra cavia è il lievito. Non tutti sanno che la cellula del lievito funziona esattamente come quella dell’uomo e, quindi, può aiutarci a capire come prevenire cancro, diabete e malattie neurogenerative.
Insieme a lei anche Sergio Giannattasio che spiega come il lievito è il più piccolo organismo unicellulare che sviluppa tutti i processi delle cellule umane. È il modello più semplice di cellula eucariotica, costruita cioè come quella dell’uomo, con membrana, nucleo e dna. Come le nostre cellule sviluppa attività metaboliche, meccanismi di riproduzione e morte naturale.
Il lievito è a tutti gli effetti un organismo: vive, respira, mangia zuccheri e fermenta. Si riproduce velocemente, se è vero che dieci minuti della sua vita valgono cinque anni della nostra. Caratteristiche che aiutano il mastro birraio a brassare birre di qualità e la massaia a sfornare un buon pane.
IL TEAM DEL CNR DI BARI
A partire dallo studio del lievito, dunque, è possibile conoscere alcune disfunzioni alla base di malattie degenerative. Il nostro obiettivo è quello di comprendere quali reazioni e interazioni sviluppiamo partendo da organismi semplici, dichiara la squadra barese del Cnr.
SERVONO FONDI PER LA RICERCA
Il team di ricercatori e scienziati d’eccellenza ha aperto la strada alla ricerca biomedica. Ma servono fondi. La ricerca è molto costosa. Solo per un kit base si spendono 500 euro, fino a tremila per un paio di reazioni, spiegano i due scienziati del Cnr.
Qui puoi trovare l’intervista completa a La Repubblica