“BIRRE A QUALITÀ SUPERIORE CERTIFICATA”: 32 DEI BIRRAI CONQUISTA LA PRESTIGIOSA CERTIFICAZIONE DELL’ISTITUTO SLOW BREWING.
Il birrificio veneto, che bypassa le polemiche di questi giorni grazie al binomio vincente costituito dalla qualità artigianale del prodotto e dall’approccio di stampo industriale che garantisce un perfetto controllo dei processi di produzione, ha ottenuto il sigillo di qualità più ambito sul mercato internazionale, Slow Brewing appunto, frutto di rigorosi controlli indipendenti. Si aggiunge alla recente conquista del premio Eccellenza per la Guida alle Birre d’Italia di Slow Food.
Infuria la polemica tra birre artigianali e birre industriali: dopo l’inchiesta di una nota trasmissione televisiva, si sono formati due partiti, quello del “piccolo è meglio” contrapposto ai fautori – in genere una minoranza – delle logiche del mass market.
Nella diatriba, si perde troppo spesso di vista quello che dovrebbe essere l’obiettivo cui mirare: la qualità della bevuta. «Non è vero che la birra artigianale sia necessariamente migliore di quella industriale, vi sono in commercio delle birre artigianali davvero pessime. D’altra parte, è chiaro che l’approccio alla produzione della birra da parte delle grandi multinazionali consente un controllo totale dei parametri attraverso le analisi chimico-fisiche, ma spesso a scapito della complessità organolettica, insomma del gusto».
A parlare è il mastro birraio Fabiano Toffoli. Lui, con gli amici e soci Loreno Michielin e Alessandro Zilli, nel 2006 decise di andare controcorrente: i tre unirono forze, ingegni imprenditoriali e passione per la natura scegliendo di proporre birre italiane di altissimo profilo e con filiera basata su logiche ecocompatibili, di puntare poi su binomio vincente costituito dalla qualità artigianale del prodotto e dall’approccio di stampo industriale che garantisce un perfetto controllo dei processi di produzione, dunque uno standard costante. Nacque così 32 Via dei Birrai a Pederobba (Treviso).
Quasi 20 anni dopo, a ribadire che quella di 32 Via dei Birrai è stata una scommessa vincente è stato, proprio in questi giorni, il giudizio imparziale e indipendente di Slow Brewing, istituto “senza compromessi” che ha certificato ancora una volta come non una sola, ma tutte le birre prodotte dall’azienda di Pederobba siano di qualità superiore, tanto da potersi fregiare nuovamente del prestigioso marchio di “Qualità superiore certificata – Slow Brewing”.
L’Istituto Slow Brewing, fondato nel 2011 da August Gresser a Monaco di Baviera, è un organo di controllo indipendente che conferisce su base scientifica un marchio di qualità soltanto dopo severissimi esami. Le birrerie che ambiscono a tale importante riconoscimento devono indispensabilmente soddisfare tutti i criteri di accettazione.
Slow Brewing non si limita a verificare la qualità alta e costante della birra, ma certifica anche l’azienda produttrice nel suo insieme: si tratta di un approccio assolutamente unico nel settore birrario.
Gresser, tedesco ora residente a Merano, ha diretto per anni grossi birrifici e ha deciso con Slow Brewing di mettere a disposizione la propria expertise per passare al vaglio le produzioni attraverso parametri oggettivi.
«Si tratta del sigillo di qualità più difficile da ottenere sul mercato internazionale della birra, poiché le birre e l’intero processo produttivo vengono sottoposti al giudizio di esperti indipendenti – spiega Toffoli – Abbiamo sostenuto nei giorni scorsi l’audit del 2025, che va ad aggiungersi agli assaggi che quelli di Slow Brewing effettuano durante tutto il corso dell’anno.
Tengono conto di tanti fattori, certo gli ingredienti utilizzati ma un loro motto è “più tempo al birraio, più buona la birra”, ossia valutano anche l’aspetto umano, quale trattamento è riservato ai dipendenti e così via. Ebbene, racconto un aneddoto: terminato il panel di assaggi in azienda, posso dire come Gresser fosse al settimo cielo, ha trovato ad esempio la nostra birra 3+2 “perfetta”».
«Si tratta del sigillo di qualità più difficile da ottenere sul mercato internazionale della birra, poiché le birre e l’intero processo produttivo vengono sottoposti al giudizio di esperti indipendenti – spiega Toffoli – Abbiamo sostenuto nei giorni scorsi l’audit del 2025, che va ad aggiungersi agli assaggi che quelli di Slow Brewing effettuano durante tutto il corso dell’anno.
Tengono conto di tanti fattori, certo gli ingredienti utilizzati ma un loro motto è “più tempo al birraio, più buona la birra”, ossia valutano anche l’aspetto umano, quale trattamento è riservato ai dipendenti e così via. Ebbene, racconto un aneddoto: terminato il panel di assaggi in azienda, posso dire come Gresser fosse al settimo cielo, ha trovato ad esempio la nostra birra 3+2 “perfetta”».
32 Via dei Birrai dispone continue analisi chimico-fisiche della propria produzione, proprio come fanno i grandi gruppi industriali, tanto che ha consolidato un proprio laboratorio d’analisi interno, oltre ad appoggiarsi ad alcuni anche esterni.
Ma a questo aggiunge un approccio artigianale che si riflette nelle certificazioni di qualità delle proprie birre: lo garantisce non solo Slow Brewing, come abbiamo visto, ma anche la Guida alle Birre d’Italia di Slow Food, che ha attribuito al birrificio veneto il proprio “premio Eccellenza”.
«Da una parte le analisi ci assicurano che le nostre birre siano stabili, microbiologicamente perfette, senza torbidità. Ma poi sono anche davvero buone da bere? Offrono il piacere gustativo? Regalano un’emozione? Noi sappiamo che la risposta è sì. Ma ancor più importante è che ce lo confermino analisti indipendenti. Oltre che il pubblico, ovviamente». Con 32 Via dei Birrai sai cosa bevi, e bevi benissimo.