Così la birra salvò Sarajevo!

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Quando la birra salvò la vita agli abitanti di Sarajevo, dal libro “Storia dell’Europa in 24 pinte – Dieci secoli di birra”

Un libro edito da UTET, scritto da Mika Rissanen e Juha Tahvanainen, tradotto da Irene Sorrentino, in cui la birra è vista nella storia del nostro continente attraverso 24 episodi in cui la birra è stata testimone di qualche epocale avvenimento storico. Estrapoliamo brani dedicati all’assedio di Sarajevo negli anni novanta, quando l’unica fonte d’acqua potabile rimasta in città era la fabbrica della lager locale.
“Nell’aprile del 1992 le truppe serbe assediarono Sarajevo, la capitale della Bosnia-Erzegovina, intrappolando al suo interno più di trecentomila persone.
Un mese dopo, gli assedianti chiusero l’acquedotto che dalle montagne circostanti riforniva la città di acqua potabile… per circa sei mesi le forniture idriche del birrificio Sarajevska divennero la fonte di vita della città… nel sito del birrificio erano stati scavati nuovi pozzi e il più grande superava i trecento metri di profondità.
Nel 1991 la produzione annuale del Sarajevska era di 748 000 ettolitri di birra. Se una tale quantità fosse stata ripartita tra i cittadini di Sarajevo sotto assedio, tutti ne avrebbero ricevuto più di duecento litri a testa.
Nei locali del birrificio furono installati dei punti di distribuzione dell’acqua e delle autocisterne la trasportavano nelle varie zone della città.
Le code ai rubinetti delle autocisterne sono una costante nelle immagini dei primi anni dell’assedio di Sarajevo”.

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