Birrificio Taverna del Vara

Un piccolo birrificio che parla del suo territorio, una valle a vocazione agricola, dichiarata valle del biologico da una ventina di anni, che deve il suo nome al fiume che la attraversa,  il più lungo della Liguria, il Vara.

Si fa un gran dire della birra artigianale come espressione del territorio ma, come in tutte le cose della vita, fra il dire e il fare c’è di mezzo il mare.

Chi poco dice e molto fa è questo birrificio che dalla sua nascita ha lavorato per costruire una rete informale di piccoli produttori da cui potersi approvvigionare di materie prime assolutamente territoriali.

Il birrificio Taverna del Vara è nato nel 2015, e da subito ha espresso la sua filosofia: produrre birre che rappresentino il territorio, quel biodistretto ligure, a ridosso delle Cinque Terre e sulla statale 523, che collega l’Emilia con la costa.

Siamo a Maissana, frazione Torza, nell’alta Val di Vara e sono Elisa, birraia e ideatrice del birrificio, e Simone, socio e responsabile amministrativo, a creare la Taverna del Vara nella vecchia azienda di famiglia che produceva spume e vino e distribuiva bevande, attività che dal dopoguerra si è protratta fino agli inizi del 2000.

Ed è proprio nel laboratorio delle spume dei nonni che sorge il primo sito di produzione di birra artigianale.

In contemporanea al progetto del birrificio viene fondata un’azienda agricola, I Paloffi, che coltiva il luppolo e che, dopo una partenza con 23 piante di diverse varietà, oggi ne vanta circa 600, principalmente di Cascade, che vengono trasformate in azienda ed utilizzate per la produzione delle birre che, tanto per ribadire il concetto della territorialità, portano il nome di paesi della valle e/o degli ingredienti impiegati.

E certo nella valle non mancano prodotti tipici a cui attingere, miele millefiori biologico della Val di Vara, farro della Lunigiana, grano di Suvero, coriandolo, castagne e miele di castagno; sempre nell’ambito delle collaborazioni tra le persone su cui è stata costruita l’attività del birrificio si è sviluppato anche recentemente il rapporto con la malteria del Monferrato, primo esempio ne è la birra Bio per Caso.

Conosciamo queste birre nate dal connubio tra artigianato e agricoltura.

  • Torza – 5.5 % – una blonde ale di facile beva, ben bilanciata nei malti con note fruttate finali. In bocca si avverte un corpo equilibrato.
  • Tava – 5.5 % – american pale ale, ambrata, equilibrata nei malti, caratterizzata dall’uso di luppoli americani che conferiscono sentori agrumati.
  • Baracchina – 6.5% – american amber ale, ambrata, dal corpo equilibrato in bocca, sentori del miele millefiori biologico della Val di Vara aggiunto a fine bollitura. Zenzero e buccia d’arancia conferiscono note speziate e agrumate.
  • A Ture – 6% – belgian ale con l’aggiunta di farro non maltato coltivato in Val di Vara. Sentori speziati conferiti dal lievito e fruttati dai luppoli accompagnano in bocca una piacevole dolcezza data dallo zucchero scuro Cassonade.
  • Suvero – 5.5% – blanche prodotta con l’antico grano bianco di Suvero, paese della Val di Vara. Il grano viene impiegato in prevalenza e non maltato. L’aggiunta di coriandolo, coltivato da Zafferano di Rosso a fine bollitura conferisce alla birra freschezza e sentori fruttati.
  • Lampo – 5% – pale ale ai lamponi, birra chiara dai riflessi rosati dati dai lamponi biologici impiegati in bollitura. Al naso profumo di lamponi. Birra leggera, di facile beva con un lieve retrogusto fruttato. Nata in collaborazione con l’azienda agricola Pacha Mama.
  • Bio per Caso – 4.8% – session IPA prodotta con malti biologici italiani della Malteria Monferrato e con i luppoli, coltivati nella nostra azienda agricola in Val di Vara, usati in fiore. Facile da bere, caratterizzata da un amaro deciso dato dai luppoli.
  • Tramonti – 5.5% – IPA chiara che esprime note agrumate grazie all’impiego di bucce di bergamotto e limone aggiunte a fine bollitura. I luppoli conferiscono sentori fruttati, equilibrata nei malti. Una birra per tutte le occasioni.
  • Vara – 5.8% – IPA dalle tonalità ambrate intense. In bocca un retrogusto amaro dato dai luppoli che si combina perfettamente con le note caramellate dei malti impiegati. Birra equilibrata nel corpo e intensa nei sentori fruttati.
  • Casta – 7.5 % – chestnut ale ottenuta aggiungendo in cottura castagne trattate in essiccatoio a legna prodotte dall’az. Agricola la Bucolika di Fazzano (MS); bilanciata nei malti e nell’uso del luppolo, nel finale resta un leggero retrogusto affumicato e pungente rilasciato dal miele di castagno impiegato in bollitura.
  • Mocc’ – 6.5 % oatmeal stout, una stout più corposa delle classiche in cui le note di caffè e cioccolata fanno da padrone sia al naso che durante il percorso gustativo. Ricetta in collaborazione con la Staffetta degli Homebrewers.
  • Iga per Caso – 5.9 % – IGA a base di Suvero, la blanche con grano antico della Val di Vara, a cui viene aggiunto il mosto, lavorato con metodo naturale, del vino Raixe di Giorgia Grande, prodotto con uve delle Cinque Terre (Bosco e Albarola). Il risultato è una birra delicata, fresca con un tenue sentore di uva a fine bevuta.
  • Castelu – 8% – Birra di Natale in stile american amber ale, in bocca le note dolci dei malti si coniugano con una luppolatura decisa e agrumata. Sentori di cannella, buccia d’arancia e grani del paradiso collaborano al gusto insieme al miele, donandole tutti i sapori tipici del Natale
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